Break & the city

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Benvenuti nell’era dell’anti-originalità. Nessuno fa colazione da Tiffany, ma negli Sturbucks più sperduti del mondo.  Non abbiamo storie da raccontare, se non sulla nostra timeline del social network di tendenza, pubblicando le foto della sera prima mentre facciamo colazione alle 7.

L’autostima ed il concludere relazioni “facili” hanno priorità assoluta. Cupido ha preso il volo dal condominio perché le ragazze sono alla ricerca di un glaciale Mr. Grey piuttosto che un passionale Mr. Darcy.

Come ci siamo finiti in questo pasticcio?

Dov’ è finita la voglia d’amore di tutti? Siamo cosi concentrati a costruire il nostro futuro, la nostra carriera tanto da aver dimenticato che svegliarsi al mattino, sapendo che c’è una persona  che non vuole altro che stare con noi è diventato così scontato? Dove sono finiti quei tanto sconosciuti “sentimenti” che fanno vibrare l’animo di cui sentiamo parlare solo nei libri o nei film romantici?

Sarà stata forse tutta questa tecnologia a distruggere quelle relazioni in cui bastava guardarsi negli occhi o un fiore per poter esprimere tutto l’affetto che si prova?Cerchiamo la notorietà con un click,

confondiamo l’affetto con un like,

perdiamo il nostro  tempo “online”.

“L’amore al tempo degli algoritmi “

Uscite, respirate, ballate, mangiate, ridete con lo scopo di  immortalare il momento e renderlo pubblico a chiunque.. senza viverlo. Senza vivere la vostra vita.

Quanto tempo continuerete ad isolarvi dietro uno schermo? Avete mai notato come scattando una foto o registrando un video poteste staccare lo sguardo e godere appieno dell’emozione di quel momento? O quanto potreste essere felici durante una passeggiata, in una giornata di sole invece di guardare un film e chattare restando a casa?

Quand’ è che sceglierete davvero chi essere? E dove è finita l’originalità e la personalità di ognuno di noi? Non è più facile essere se stessi  invece di nascondersi dietro storie che non vi appartengono?

Stiamo davvero rinunciando all’amore per diventare “potenti”e reinventando noi stessi per essere considerati “importanti” nella vita delle altre persone, invece di prendere in mano la nostra? 

 


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